Nel 2017, appena tre anni dopo essere stato promosso Head Chef del ristorante Atelier del Bayerischer Hof Hotel a Monaco di Baviera, Jan Hartwig è riuscito a ottenere il punteggio massimo di tre stelle da parte della Guida Michelin. Un riconoscimento che lo posiziona saldamente all’interno dell’élite culinaria mondiale. Ciononostante lo chef tedesco, star dei fornelli e figlio d’arte, rimane assolutamente modesto. Secondo Hartwig, una schnitzel ben cucinata può essere altrettanto buona di un piatto di alta cucina preparato e presentato con grande cura.
Grazie alle tre stelle Michelin, Jan Hartwig è uno dei migliori chef del mondo. Cucinare è in assoluto la cosa che più ama fare nella vita e la sua felicità è massima quando cucina affidandosi all’istinto.
È un fervente sostenitore dell’asserzione “il cibo più semplice può essere il più saporito di sempre”. Jan Hartwig ci spiega che sono tre i prerequisiti per l’eccellenza: “Primo: un prodotto perfetto, che si tratti di una carota o di un rombo gigante pescato alla lenza. Secondo: la competenza culinaria. Terzo: l’amore per ciò che si fa, desiderare davvero impegnarsi al massimo per cucinare qualcosa per qualcuno e renderlo felice”.
Il ristorante “Jan”, che Hartwig ha inaugurato nel 2022 seguendo la propria visione personale, è caratterizzato da una passione incrollabile per l’eccellenza in ogni dettaglio. “In quanto a qualità non scendo a compromessi” dichiara. “Se non trovo nel prodotto la qualità che mi aspetto, allora riscrivo il menù. Non sono disposto a dire ‘Usiamolo lo stesso’”. La sua opinione è che solo in questo modo si creano piatti eccezionali. Hartwig ritiene anche sia molto importante che il proprio ristorante attiri i giovani amanti del buon cibo. “I clienti più giovani vogliono svagarsi, ma con discrezione. Cercano un ambiente in cui sentirsi a proprio agio e trascorrere una serata piacevole”.
Riesce a capire cosa cercano i clienti grazie al suo impegno personale, quando cenano nel suo ristorante, Jan Hartwig è in cucina e “niente viene servito fino a quando non l’ho assaggiato”. Lo scrupoloso chef chiarisce il proprio pensiero con una simpatica similitudine: “Se vado al concerto del mio gruppo preferito, mi aspetto di trovare sul palco la formazione originale”.
L’opinione di Hartwig è che, per preparare piatti eccellenti, occorre innanzitutto ridurre al minimo i potenziali errori. Ovviamente, scegliere gli ingredienti giusti è uno dei fattori, spiega, ma trovare e formare bravi dipendenti è più importante, così come affidarsi al proprio istinto in cucina. “Ad esempio, non ho mai messo per iscritto le ricette delle mie salse, ma solo gli ingredienti”. Infatti, quando le preparo faccio ciò che sento essere giusto, lasciando spazio a quel tocco di magia che rende l’attività del cucinare una delle esperienze più sensuali mai esistite.